L’Egitto in salotto. La collezione Grimellini e il gusto moderno per l’Egitto antico

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Il MANN prosegue il suo risveglio schiudendosi a nuove ed eterogenee mostre, proponendo pezzi curiosi e affascinanti unici nel loro genere: è il caso della collezione Grimellini uno scrigno di tesori a tratti bizzarri.

Promossa dal Museo a seguito della recente riapertura della collezione egiziana, la mostra (aperta dal 26 gennaio 2017 al 18 marzo 2017), curata da Rita Di Maria e Caterina Cozzolino, espone parte della collezione di famiglia dell’architetto Claudio Grimellini ed è formata da materiali egiziani antichi e da oggetti moderni, libri e materiale documentario ispirati all’Egitto antico. Affascinato dalla civiltà egiziana, Grimellini si accosta all’Egittologia nel periodo universitario e in seguito all’interesse per il mondo faraonico, affianca la curiosità per l’evoluzione del gusto per l’Egitto Antico nella moderna cultura occidentale e per le molteplici espressioni che il fenomeno assume dal tardo ‘700 ad oggi, influenzando molti campi in particolare quelli del vivere quotidiano fino a trasformarsi in una vera e propria passione collezionistica.

L’iniziativa espositiva, nasce dalla volontà di Claudio Grimellini di donare l’eterogenea raccolta di famiglia al Museo e ad altre istituzioni culturali pubbliche per renderla disponibile alla pubblica fruizione.

Una selezione di 248 oggetti, volumi, stampe ed esemplari di materiale documentario mette in luce la minuziosa ricerca del collezionista Grimellini per le diverse espressioni dell’ “egittomania” in tutte le forme del design occidentale – dal mobilio, alle arti decorative, all’architettura e nei campi più diversi della cultura popolare (decorazioni kitsch, moda, giochi ecc.)

Suggestioni egizie tra XVIII e XXI secolo

Il richiamo della civiltà egiziana sul mondo occidentale aveva già una lunga storia quando la campagna napoleonica in Egitto (1798-1799) ridestò questa seduzione, facendone un fenomeno di massa che in breve conquistò tutta l’Europa. Forme precoci di “egittomania” moderna, come quella inaugurata dai camini all’egizia di Giovan Battista Piranesi si erano ispirate alle immagini di un Egitto riemerso dagli scavi di Roma e di Pompei, con il ritrovamento del tempio di Iside (1764). Ma fu solo con il successo della pubblicazione de La Description de L’Égypte, resoconto ufficiale della spedizione napoleonica con splendide illustrazioni, pubblicata a Parigi a partire dal 1809, che esplose la passione per il gusto egiziano, permeando tutte le arti decorative.

In questo periodo il “retour d’Égypte” (1798 -1815) si diffuse in tutte le arti decorative e nella sfera della quotidianità: ville ed edifici si arricchirono di affreschi di ispirazione egizia; obelischi, piramidi e cornici a gola divennero gli elementi architettonici prediletti nell’arte commemorativa e funeraria. Le sfingi si trasformano in alari, fermacarte o calamai, gli arredi si “vestirono” di ornati di palmette, fiori di loto e papiro ispirando ebanisti e pittori fino alla fine degli anni ‘30 del XIX secolo.

La mostra è organizzata in sei sezioni tematiche e illustra l’evoluzione dell’influenza del gusto egizio nelle arti decorative e nella sfera del quotidiano tra XVIII e XXI secolo.

La collezione Grimellini ha un carattere piuttosto eterogeneo e sottolinea come l’attitudine collezionistica del proprietario, più che dalla passione per l’Egitto antico, sia mossa da un innato interesse per il fenomeno dell’influenza della civiltà egiziana sulla cultura occidentale che va sotto il nome di “egittomania”. Infatti la scelta degli oggetti, siano essi d’epoca o esempi di modernariato, talvolta riconducibili al repertorio del kitsch pseudo-egizio, rivela una preferenza per quelle arti “minori” che contribuiscono alla realizzazione di oggetti destinati alla vita quotidiana.

Molti sono i pezzi esposti ma tra tutti cattura l’attenzione il salottino di gusto egizio realizzato con arredi, dipinti, suppellettili ed elementi decorativi tutti provenienti dalla casa del collezionista. Bellissime le due poltroncine rivestite con la riproduzione di un tessuto ottocentesco, decorato con soggetti egittizzanti tratti dall’opera di André Ernest Modeste Grétry “La Caravane du Caire” (1783) e disposte ai lati di un mobile-bar decorato da una banda di geroglifici fittizi di colore rosso e nero, risalente agli anni ‘50. Completano l’arredo una lampada configurata come rielaborazione del celebre busto di Nefertiti, una singolare bottiglia a forma di protome di faraone con nemes, due brocche monoansate con scene egittizzanti e ciotole e piatti con motivi rielaborati da pitture antiche. Esempio di quest’ultimo gruppo sono sei ciotole decorate con temi tratti dalle famosissime scene di “vita quotidiana” delle tombe dei monarchi del Medio Regno a Beni Hassan (2055-1065 a.C.) e la rappresentazione del faraone Tutankhamon con la regina Ankhesenamon che cosparge il pettorale del re con unguento odoroso, celebre scena che decora lo schienale del trono del faraone rinvenuto nella sua tomba a Tebe. In un angolo del “salottino” è la testa del faraone Amenhotep III (1390-1352 a.C.), fedele riproduzione in cartapesta dorata di un frammento di scultura ritrovato nel tempio di Qurna.

Oltre al salottino, sono esposti oggetti curiosi come i giochi da tavolo (dama e scacchi) le cui pedine hanno le sembianze di animali sacri, architetture e personaggi egiziani, carte da gioco, piatti in ceramica finemente decorati e oggetti che fanno bella mostra di se dentro alle vetrine.

Sono esposti anche libri di egittologia, di viaggio e di narrativa popolare otto – novecentesca, riviste, quotidiani e fumetti, tra i quali, esemplare unico, il fumetto manoscritto dedicato dai suoi allievi all’egittologo e scrittore tedesco Georg Moritz Ebers (1837-1898) in occasione del suo pensionamento. Vi sono esposti, inoltre, dipinti, acquerelli, stampe, disegni e manifesti, tra i quali spiccano per rarità ed interesse i rilievi fotografici di architetture egittizzanti presenti a Napoli, quali quelli del Mausoleo di Schilizzi e un gruppo di figurine Liebig a colori del tardo ‘800 illustrate con famosi monumenti egiziani e scene con faraoni e regine ed utilizzate come gadget pubblicitari. Ancora più rari, alcuni bozzetti scenici e manifesti per la rappresentazione dell’Aida di Giuseppe Verdi: un bozzetto scenico di Carlo Songa (1856-1911) ed il manifesto firmato Giulio Ricordi (1840-1012) per il primo allestimento italiano dell’opera al Teatro alla Scala di Milano nel febbraio 1872 e alcuni bozzetti preparatori della prima scenografia dell’Aida al S. Carlo di Napoli, ispirati alle tavole di opere egittologiche quali i Monumenti dell’Egitto e della Nubia di Rosellini (1823) e le Denkmaeler di Richard Lepsius (1849) e realizzati  da Giuseppe Fania (1837-1904).

Articolo di Silvia Neri

Si ringrazia il Museo Archeologico di Napoli per le foto

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Silvia Neri

Architetto, si è laureata a Firenze con una tesi sul Parco Archeologico di Cortona (AR) con 110/110 e lode, si è diplomata (110/110) nel 2009 al Master in Paesaggistica presso l’Università degli Studi di Firenze con una tesi sulla riqualificazione paesaggistica della villa romana di Ossaia (Cortona), divenendo a pieno titolo una paesaggista. Iscritta all’OAPPC di Arezzo, socia AIAPP dal 2010 e dal 2016 vicepresidente AIAPP per la sezione Toscana-Umbria-Marche, vive a Cortona (AR) e dal 2008 si occupa del progetto di giardini, spazi aperti storici e contemporanei, riqualificazione paesaggistica di aree archeologiche, sia come libero professionista che attraverso collaborazioni e consulenze con enti pubblici e privati. Nel 2015-2016 si è occupata, assieme al professor Aldo Ranfa, botanico dell’Università di Perugia e al prof. Curgonio Cappelli già ordinario di patologia vegetale presso Università di Perugia, del restauro dei giardini storici del Museo Archeologico di Napoli e dei giardini di 5 domus di Pompei. Nel 2016 le è stato affidato l’incarico per la progettazione ed il recupero del terzo giardino del MANN posto di fronte al braccio nuovo, una splendida occasione per legare il museo alla città ed amplificarne la connotazione verde. Si occupa anche di allestimento di stand espositivi sempre connotati dalla sua passione per il verde e la natura (stand per il MANN a Tourisma Firenze 2015 e 2016, stand per il MANN alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum). Ha frequentato numerosi corsi di formazione nell’ambito dell’architettura, del paesaggio e dei beni culturali. La sua grande passione per la natura, l’architettura e l’archeologia l’hanno portata a realizzare il sogno di lavorare in questi campi, tutti racchiusi in quel grande contenitore che è il paesaggio. Attualmente lavora tra Cortona, dove risiede ed ha il proprio studio professionale, e Napoli dove si occupa dei giardini del MANN.

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