Dettaglio di uovo di struzzo decorato con incisioni a spirale. Nuovo Regno.

Oggi in Egitto viene celebrata la festa di Sham el Nessim, una ricorrenza festeggiata tanto dai cristiani quanto dai mussulmani che cade esattamente il lunedì successivo alla Pasqua Copta, un po’ come la nostra Pasquetta. In pochi sanno, però, che questa festa risale almeno a 4700 anni fa, ovvero verso la fine della III dinastia dell’antica civiltà egizia, e che ha inglobato in essa antichi riti sopravvissuti sia al processo di cristianizzazione che alla dominazione araba.

Sham el Nessim letteralmente significa annusare l’aria, la brezza, il vento (in arabo sham significa “odore” e el-nessim “l’aria”), ma l’etimologia di questa parola deriva da Shamo o Shemu, che nell’antico Egitto indicava la stagione del raccolto, che approssimativamente andava da marzo a luglio, e simboleggiava il rinnovarsi della vita. Già nell’antico Egitto questa festa era legata alle fasi lunari, veniva infatti celebrata in concomitanza dell’equinozio di primavera: si doveva aspettare il plenilunio per dare il via alle celebrazioni. In qualsiasi angolo del mondo ed in qualsiasi periodo storico i festeggiamenti legati all’arrivo della primavera erano molto importanti, erano dei veri e propri rituali propiziatori che celebravano il passaggio dalla morte, vista nei panni dell’inverno, alla vita, la primavera. Non erano da meno gli abitanti dell’antico Egitto che approfittavano di questo particolare momento per officiare i loro riti di fertilità.

Questo plenilunio segna l’inizio della prima stagione dell’anno solare e per gli egiziani è la festa di primavera. Come in ogni festa che si rispetti, seppur pagana, per l’occasione vengono consumati i cibi che la tradizione detta. Per questa giornata da trascorrere all’aria aperta gli egiziani preparano uova colorate e mangiano scalogno, fiseekh, lattuga e termis (una specie di lupini), tutti alimenti che in qualche modo hanno a che fare con le radici della loro storia.

Consumare cipolle verdi è una tradizione che risale, pare, alla VI dinastia. Un papiro che ci ha tramandato alcune leggende Menfite ci narra, tra le altre, la storia di un giovane principe, tanto amato dal suo popolo, colpito da una malattia sconosciuta che lo tenne a letto per diversi anni. Durante questo periodo il popolo si era astenuto dal celebrare ogni tipo di festa proprio per dimostrare il suo attaccamento e la sua devozione alla casa reale. Era l’inizio della primavera quando, per allontanare gli spiriti maligni, fu posta una cipolla sotto la testa del giovane ed una seconda, tagliata, sotto il naso per fargliene respirare i vapori. Il principe guarì in fretta e a palazzo si tennero grandi festeggiamenti; da allora, come gesto di buon auspicio e come efficace rimedio contro il malocchio e l’invidia, nel plenilunio di primavera furono appesi mazzi di cipolle alle porte delle case. Ora gli scalogni non vengono più appesi alle porte, ma fanno parte degli alimenti della tradizione di Sham el Nessim.

Uovo di struzzo decorato con incisioni a spirale. Nuovo Regno. (Courtesy of http://www.globalegyptianmuseum.org/detail.aspx?id=339 )
Uovo di struzzo decorato con incisioni a spirale. Nuovo Regno.

Esattamente come accade ora, per questa ricorrenza gli antichi Egizi dipingevano le uova, simbolo della nuova vita, proprio perché le uova racchiudono in esse la vita che sta per nascere. Per la religione egizia l’uovo era davvero molto importante, nel mito della creazione dall’uovo cosmico aveva origine l’universo, uovo che, secondo un’altra leggenda riportata nei Testi dei Sarcofagi, era stato deposto sulle acque primeve da un’oca successivamente identificata come una forma primordiale del dio della terra Geb, l’oca celeste. Le uova venivano appese nei templi e regalate agli amici, mentre i moderni abitanti di Kemet le appendono agli alberi non prima di aver espresso un desiderio.

Altro ingrediente della tradizione è il fiseekh, un pesce messo sotto sale per parecchio tempo che nell’antichità veniva offerto alle divinità per propiziare un buon raccolto, oltre al fatto che il pesce era simbolo di fertilità.

La lattuga ed i lupini, raccolti ad inizio primavera, rappresentavano e rappresentano la speranza.

In conclusione, sembra proprio che in questa prima giornata di primavera dobbiamo respirare, godere e annusare a pieni polmoni questa nuova aria attrezzati di tutto punto, così da veicolare in noi tante buone cose.

Ph. globalegyptianmuseum.org

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Tiziana Giuliani

Egittofila, sin dall’infanzia appassionata di Antico Egitto, collabora con l’associazione Egittologia.net dal 2010. Ha contribuito alla realizzazione di EM-Egittologia.net Magazine (rinominato poi MediterraneoAntico) seguendone la pubblicazione già dai primi numeri e ricoprendo in seguito anche il ruolo di coordinatrice editoriale. Dal 2018 è capo redattrice di MediterraneoAntico.

Organizza conferenze ed eventi legati al mondo degli Egizi, nonché approfondimenti didattici nelle scuole di primo grado. Ha visitato decine di volte la terra dei faraoni dove svolge ricerche personali; ha scritto centinaia di articoli per la ns. redazione, alcuni dei quali pubblicati anche da altre riviste (cartacee e digitali) di archeologia e cultura generale. Dall’estate del 2017 collabora con lo scrittore Alberto Siliotti nella realizzazione dei suoi libri sull’antico Egitto.

Appassionata di fotografia, insegna ginnastica artistica ed ha una spiccata predisposizione per le arti in genere.

1 COMMENTO

  1. sham,mè shâ – da un altra fonte ,significa premere,mettere,spingere, massaggiare . Il verbo indirizza e indica i primi contatti con la natura : le preparazioni della semina e i la stessa inseminazione – anche umana. La parola nessim o nissim vuol dire iniziamo e la radice verbale nis..ì niz… sta anche nella parola italiana inizio,iniziare. Cioè,sham nissim, vuol dire, iniziamo massaggiare,spingere o riprendere le attività del ciclo produttivo della natura…

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