Un percorso  lungo e fecondo che dalla terra dei faraoni si snoda nel bacino del Mediterraneo lasciando un’impronta indelebile sulle culture che incontra. Inaugura oggi nella sede torinese del Museo Egizio la grande mostra Egitto-Pompei che vede collaborare tre tra le istituzioni culturali italiane più importanti : Il Museo Egizio di Torino, la Soprintendenza Pompei e il Museo Archeologico di Napoli.

Il tema della prima tappa è “Il Nilo a Pompei. Visioni d’Egitto nel mondo romano” e ha come obiettivo il far conoscere come attraverso il Mediterraneo, culla di popoli, la cultura della terra dei faraoni sia arrivata pian piano ad insinuarsi e diffondersi in una mentalità, come quella romana, così solida e conservatrice tanto da influenzarla nei culti, negli usi e nei costumi. Il viaggio inizia ad Alessandria d’Egitto e tocca la greca Delo fino ad approdare sulle coste della Campania, con approfondimenti su come i siti di Pozzuoli, Cuma e Benevento, Ercolano e Pompei abbiano accolto la cultura egizia.

L’esposizione si articolerà in nove sezioni  in uno spazio apposito dedicato alle mostre temporanee di 600 mq che vedrà rivivere, per la prima volta ospiti a Torino, i meravigliosi affreschi del tempio di Iside di Pompei e della Casa del Bracciale d’Oro, oltre a 300 reperti provenienti da 20 musei italiani e stranieri, ma anche gli splendidi bronzi del sito di Industria legati alla diffusione del culto isiaco in Piemonte. Il visitatore avrà inoltre l’opportunità di vivere un’esperienza immersiva 3D facendo un viaggio virtuale all’ interno di due domus pompeiane, quella del Bracciale d’oro e quella di Octavius Quartio che ospitano all’ interno affreschi con motivi egittizzanti.  La mostra è curata da Alessia Fassone e Federico Poole entrambi egittologi del Museo Egizio, e dal Direttore Christian Greco che hanno l’arduo compito, con questo lavoro, di illustrare attraverso il materiale esposto proprio la complessità e l’importanza dei rapporti che la terra del Nilo ebbe con la cultura greca e romana. I temi in mostra non sono però scorporati dalle collezioni permanenti del Museo, anzi, al pubblico viene così offerto un ulteriore approfondimento che permette di valorizzare ancora di più i reperti già presenti.

Paolo Giulierini, Massimo Osanna e Christian Greco. ph/Museo Egizio
Paolo Giulierini, Massimo Osanna e Christian Greco. ph/Museo Egizio

La ricezione della cultura egizia attraverso i secoli è uno dei principali temi di ricerca che il Museo Egizio intende sviluppare: sono dunque pienamente soddisfatto che la nostra prima mostra temporanea, in collaborazione con Pompei e Napoli, si inscriva entro questa affascinante cornice e che fornisca importanti risposte su come l’Egitto sia stato riletto dalla cultura classica” dice il Direttore Christian Greco, sottolineando inoltre che “Le collezioni permanenti sono in continuo dialogo con gli oggetti esposti in mostra: “Il Nilo a Pompei” non è stata concepita come un’esposizione isolata dalle collezioni permanenti del Museo. Proprio per questo al visitatore è offerto un percorso all’ interno delle sale museali che consente di approfondire le connessioni che la mostra temporanea ha con le opere dell’Egizio”.  

Piero Fassino sindaco di Torino ed Evelina Christillin Presidente della Fondazione Antichità egizie
Piero Fassino sindaco di Torino ed Evelina Christillin Presidente della Fondazione Antichità egizie

Entusiasta anche la Presidente della Fondazione Museo delle Antichità Egizie Evelina Christillin: “Il fatto che la prima mostra temporanea dell’Egizio, il Nilo a Pompei, inauguri a meno di un anno dall ’apertura del rinnovato Museo è motivo di forte orgoglio, per aver rispettato la promessa che il 1° aprile 2015 abbiamo fatto al nostro pubblico: quella di un Museo in continuo movimento, sempre aperto a nuove sfide e opportunità. Il valore aggiunto della prima esposizione temporanea è che questa sia parte di un progetto nato dalla collaborazione con due tra le più importanti istituzioni archeologiche italiane, la Soprintendenza Pompei e il MANN. Il Museo Egizio crede fortemente nel valore della sinergia tra centri culturali, conscio che il fare rete sia ormai un requisito indispensabile per evolversi e valorizzare il patrimonio artistico e culturale nazionale”.

 

 

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Alessandra Randazzo

Studia Lettere Classiche presso il DICAM dell’Università di Messina. Ha ricoperto il ruolo di redattrice e social media manager per www.mediterraneoantico.it e attualmente per la testata Made in Pompei, inoltre è Ufficio Stampa per la società di videogames storici Entertainment Game Apps, Ltd.
Durante la carriera universitaria ha partecipato a numerose campagne di scavo e ricognizione presso siti siciliani e calabresi.
Per la cattedra di Archeologia e Storia dell’arte Greca e Romana presso il sito dell’antica Finziade, Licata (AG) sotto la direzione del Prof. G.F. La Torre, febbraio-maggio 2012; per la cattedra di Topografia Antica presso Cetraro (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, luglio 2013; per la cattedra di Topografia Antica e Archeologia delle province romane presso il sito di Blanda Julia, scavi nel Foro, Tortora (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, giugno 2016.
Ha inoltre partecipato ai corsi di:
“Tecnica Laser scanning applicata all’archeologia” in collaborazione con il CNR-IPCF di Messina, gennaio 2012;
Rilievo Archeologico manuale e strumentale presso l’area archeologica delle Mura di Rheghion – tratto Via Marina, aprile-maggio 2013;
Analisi e studio dei reperti archeologici “Dallo spot dating all’edizione”, maggio 2014; Geotecnologie applicate ai beni culturali, marzo-aprile 2016.
Collabora occasionalmente con l’ARCHEOPROS snc con cui ha partecipato alle campagne di scavo:
“La struttura fortificata di Serro di Tavola – Sant’Eufemia D’Aspromonte” sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria) e della Dott.ssa M.M. Sica, 1-19 ottobre 2012;
Locri – Località Mannella, Tempio di Persefone sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria), ottobre 2014;
Nel marzo 2014 ha preso infine parte al Progetto “Lavaggio materiali locresi” presso il cantiere Astaldi – loc. Moschetta, Locri (Rc) sotto la direzione della Dott.ssa M.M. Sica.

Collabora attualmente con la redazione di: www.osservarcheologia.eu

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