Il presidente del Cnr Massimo Inguscio riceve il riconoscimento LuBec 2016

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Per il 2016 il Riconoscimento LuBeC, che ogni anno premia istituzioni che si sono particolarmente distinte nel campo della valorizzazione del patrimonio culturale, è stato consegnato al Consiglio nazionale delle ricerche e all’Istituto per i beni archeologici e monumentali di Catania per il lavoro di digitalizzazione del patrimonio storico antiquario svolto presso le Biblioteche Riunite “Civica e A. Ursino Recupero” di Catania. A ritirare personalmente il premio, il presidente dell’Ente, Massimo Inguscio.

LuBeC – Lucca Beni Culturali, il salone internazionale dei beni culturali che si è tenuto nei giorni 13 e 14 ottobre a Lucca, giunto ormai alla 13esima edizione assegna ogni anno un ‘Riconoscimento’ a istituzioni che si sono particolarmente distinte nel campo della valorizzazione del patrimonio culturale.
Quest’anno il premio è stato consegnato al presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, Massimo Inguscio, per le importanti attività di ricerca, studio e digitalizzazione del patrimonio storico svolto dall’Istituto per i beni archeologici e monumentali di Catania, dal 2014 fino ad oggi, nell’ambito del progetto Science and Technology Digital Library, coordinato in sede centrale dal direttore dell’Ufficio reti e sistemi informativi del Cnr, Maurizio Lancia.
Il Comitato scientifico di LuBeC, dopo aver esaminato diversi casi, ha deciso di premiare il lavoro svolto dal team catanese perché è stato possibile digitalizzare volumi di pregio ed avviare così lo studio di un patrimonio finora rimasto ‘nascosto’ e noto solo agli specialisti. I risultati ottenuti a seguito dell’attenta analisi di ricerca stanno avendo, infatti, come esito pubblicazioni scientifiche e, soprattutto, la fruizione on-line di un numero elevato di volumi custoditi nelle Biblioteche Riunite “Civica e A. Ursino Recupero” di Catania, partner dell’iniziativa.
Il progetto Science and Technology Digital Library, nato nell’ambito di un protocollo tra il Miur e il Cnr per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l’innovazione tecnologica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha visto nascere all’interno della sede Ibam di Catania una infrastruttura di digitalizzazione dotata di sofisticate attrezzature e strumentazioni di ultima generazione. Un laboratorio che si contraddistingue per la presenza di scanner planetari di alta definizione, unici al momento nel Sud Italia, che permettono di digitalizzare diverse e varie tipologie di testo (volumi a stampa, manoscritti, illustrazioni cartografiche, tavole, incisioni, pergamene, ect.) mantenendo un’altissima qualità con tecniche assolutamente non invasive.
L’Ibam con il suo team (Samuele Barone, Giovanni Fragalà, Loredana Barbera e Gianluca Correnti) si è occupato della digitalizzazione di un antico e complesso fondo composto di circa 18.000 volumi, appartenuto al prestigioso ex Monastero Benedettino di San Nicolò l’Arena di Catania e oggi custodito all’interno delle Biblioteche Riunite “Civica e A. Ursino Recupero”. Le operazioni di digitalizzazione sono state precedute e supportate dalle attività di analisi del contesto e da un puntuale studio filologico effettuato su cinquecentine, manoscritti, pregevoli e volumi a stampa del XVII-XIX sec., ancora oggi custoditi nella splendida sala settecentesca progettata da Giambattista Vaccarini.
Un complesso lavoro di ricerca che ha preso le mosse da un importante progetto scientifico avviato sulle raccolte benedettine già nel 2007, nell’ambito delle attività promosse dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, con il coordinamento di Stefania Pafumi.
“I risultati al momento raggiunti – afferma il Direttore dell’Ibam, Daniele Malfitana – sono notevoli ed hanno permesso sinora di digitalizzare tutta la collezione antiquario-archeologica, oltre a esemplari unici della collezione di notevole pregio, come ad esempio la splendida Bibbia attribuita al Cavallini, un codice miniato in oro di 440 carte di accurata scrittura gotica, ritenuto fra i più celebri del mondo. Questo splendido capolavoro – continua Malfitana – esposto dal 1954 ad oggi solo in quattro mostre, grazie all’altissima risoluzione delle immagini acquisite con gli scanner dell’Ibam può finalmente essere consultato e apprezzato in tutti i suoi dettagli da studiosi e da semplici curiosi, che riusciranno ad ammirarne tutto l’apparato decorativo, l’esaltazione del colore, la suggestiva alternanza di luce ed ombre e i passaggi tonali.”
“Uno straordinario esempio – conclude Malfitana – di come, attraverso un lavoro sinergico tra Cnr e Istituzioni locali, sia stato possibile valorizzare e riscoprire un patrimonio civico. Il progetto, infatti, è stato portato avanti grazie anche alla collaborazione e alla disponibilità del sindaco della città di Catania, Enzo Bianco e della direttrice delle Biblioteche Riunite, Rita Carbonaro, che sin da subito hanno aderito all’iniziativa.”
Il team di esperti e tecnici della sede catanese coinvolti nel progetto è stato in grado di dare efficace risalto e diffusione ai temi del collezionismo e delle raccolte museali settecentesche  presenti a Catania, su cui da anni lavorano con attività multidisciplinari. Le attività di ricerca e studio condotte da Annarita Di Mauro e Graziana Oliveri, guidate da Stefania Pafumi, sul fondo antiquario – archeologico della biblioteca benedettina, confluiranno in un primo volume che sarà edito nei prossimi mesi e che conterrà un catalogo completo corredato dai frontespizi dei volumi digitalizzati.

 

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