Mediterraneo Antico n°3 – dicembre 2015

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Sommario

Egittologia:

  • Interview with Barry John Kemp
  • Il villaggio operaio di Deir el-Medina l’organizzazione del lavoro: le serve e i servi
  • L’ultimo geroglifico
  • Monumenti funerari reali attribuiti alla III dinastia
  • Stele cat. n. 1582 di Mentuhotep
  • Interview with Chris Naunton
  • La missione archeologica italo-russa ad Abu Erteila (Sudan)
  • Gli obelischi egizi a Roma
  • In ricordo di due grandi maestri

Egitto moderno:

  • Riffat Hassan e la teologia islamica
  • Living heritage: managing sites with heritage significance

Archeologia:

  • La Pax Augusta sui rilievi dell’Ara Pacis
  • La citta’ di Pergamo e il suo altare – I parte
  • Budicca: l’acerrima nemica di Roma

Musei d’Italia:

  • Museo del Vicino Oriente, Egitto e Mediterraneo alla “Sapienza” di Roma

Mostre:

  • Symbola. Il potere dei simboli

In libreria:

  • Il medico di oggi è nato in Egitto
  • Memorie sull’Egitto e specialmente sui costumi delle donne orientali e gli harem
  • Erotismo e sessualita’ nell’antico Egitto
  • Taste archaeology

RUMORI DI GUERRA

Trovarsi a scrivere un editoriale con le immagini e le notizie di un mondo ferito dalla guerra, non è una cosa facile. La banalizzazione delle emozioni che spinge repentinamente a schierarsi da una parte o dall’altra, come se avessimo a disposizione ogni informazione necessaria per poter emettere il nostro oracolo, l’ho sempre trovata deleteria e superficiale, oltre che inutile. Un po’ come valutare l’ultimo schiaffo che viene datosenza sapere come si è sviluppata l’intera rissa.

Le contraddizioni si sprecano e gli ossimori si rincorrono in un vorticoso susseguirsi di eventi che fanno paura e sconvolgono il nostro quotidiano e quieto vivere, le nostre abitudini, le nostre certezze.
Mi ha colpito molto in questi giorni la reazione composta dei francesi, il richiamo alla solidarietà fatto dalle loro istituzioni e il desiderio di rimanere un Paese solidale, aperto, libero; valori che sono parte integrante del loro essere Nazione e che proprio per questo il terrorismo ha probabilmente preso di mira.

Mi ha invece scosso l’odio profondo che ho colto in molte dichiarazioni di “non francesi”, che hanno da subito individuato un nemico preciso e vorrebbero eliminarlo dalla faccia della terra senza nessuna riflessione, senza nessun desiderio di capire: l’islam.

Mi ha lasciato sgomento come ogni tentativo di riflessione o di comprensione dei fatti in senso più ampio, sia stato considerato come una dichiarazione di complicità con quel pensiero cancerogeno che è il terrorismo, considerando la guerra e la chiusura totale dell’Occidente rispetto all’Oriente le uniche soluzioni praticabili, mettendo tutti assieme terroristi e uomini disperati che fuggono da una guerra che di certo non hanno mai chiesto di subire.

Nel mondo vivono pacificamente un miliardo e seicento milioni di mussulmani che praticano la propria religione privatamente (come dovrebbe essere praticata ogni religione), ma se sommiamo assieme Al Qaeda, Boko Aram e l’Isis arriviamo allo 0,003% del totale di coloro che professano l’Islam. Possiamo davvero ignorare questo dato così importante?

E riguardo l’efficacia della guerra, possiamo ignorare che in Afganistan e in Iraq hanno guerreggiato per anni e anni gli eserciti più potenti, più addestrati e meglio armati di tutto il mondo fino a pochissimo tempo fa? Possiamo ignorare i pessimi risultati che abbiamo ottenuto con queste guerre? Come possiamo non riflettere sul fatto che l’Isis è nata, già adulta e ben armata tra l’altro, e ha cominciato la propria espansione militare proprio dall’Iraq, luogo di intense attività di guerra, all’indomani del riti ro dei contingenti militari occidentali. A cosa sono serviti questi anni di guerra se l’Isis ha avuto questa grande possibilità in così breve tempo?

Forse mi faccio troppe domande, ma in fondo è la caratteristica di chi ha poche certezze e anche di chi ha il desiderio di capire cosa c’è che non va andando fino in fondo, alle origini delle cose, perché anche a me è chiaro che a Parigi hanno agito dei pazzi criminali che vanno eliminati dalla faccia della terra senza indugio, ma quello che mi sfugge e che vorrei ben comprendere è il motivo per cui questi pazzi esistono. E l’idea che siano pazzi e basta mi va troppo stretta. Forse dovremmo smetterla di sentirci i padroni del mondo e dovremmo smetterla di armare e addestrare dei pazzi fanatici per poter continuare ad essere i padroni del mondo.

Voglio riproporre una terribile proporzione che già ho citato in un altro editoriale: un quarto della popolazione mondiale sta consumando i tre quarti delle ricchezze che vengono prodotte dall’intero pianeta. Tre quarti della popolazione mondiale si deve accontentare di un quarto delle ricchezze prodotte dall’intero pianeta. Forse dovremmo ripartire da qui, perché l’unica arma davvero efficace contro la pazzia del fanatismo è quella di dare alle persone un futuro che dia un senso al loro presente.
E la terra non può dare più di quattro quarti!

PAOLO BONDIELLI

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