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I furti nelle tombe

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Alberto ELLI

L’anno 1, primo mese di peret, giorno 11. Non si lavora a causa della paura del nemico.

(...) L’anno 1, il primo mese di peret, giorno 13. Non si lavora a causa della paura del

nemico. I due capi dei poliziotti vennero a dire: «Le popolazioni che sono nemiche sono

venute e sono arrivate a Per-nebit ... e hanno distrutto tutto ciò che esisteva e, come si

dice, hanno bruciato i suoi abitanti»

18

.

Si tratta probabilmente di bande formate da ex-militari sbandati, di fuori legge, di beduini del deserto,

designati col termine generale di

xAstyw

. L’attacco di bande simili è citato a più riprese sotto il regno di

Ramesse IX, in particolare tra l’anno 8 e l’anno 15.

Un fenomeno sintomatico della situazione di Tebe sotto il regno degli ultimi ramessidi è quello degli

scioperi ripetuti dei lavoratori di Deir el-Medina; dopo quelli sotto Ramesse III e Ramesse IV, essi non sono

più testimoniati per il regno dei loro successori, per ripresentarsi invece con Ramesse IX. Il

Giornale della

Necropoli

del tempo di Ramesse IX ce ne dà numerosi esempi, e così per i primi anni di Ramesse X. Questi

scioperi, come i precedenti, sono dovuti essenzialmente a rivendicazioni salariali, alla non corresponsione,

cioè, dei dovuti salari. Per esempio, per l’anno di regno 17 di Ramesse IX, così si legge nel

Giornale della

Necropoli

Tebana:

Anno 17, secondo mese della stagione invernale, giorno sette. Assenza della squadra,

perché essa aveva fame, in quanto non c’erano le sue razioni del secondo mese della

stagione invernale, equivalenti a 374 sacchi

19

.

Il deterioramento del tessuto sociale, e la conseguente crisi di valori che ciò provoca, porta gli strati più

poveri a scegliere sempre più spesso la via criminale, a ricorrere a pratiche fraudolente; non c’è da

meravigliarsi che la popolazione, sempre più impoverita, fosse spinta a depredare le ricche tombe della

necropoli. Molte di queste persone, infatti, avevano, in un modo o nell’altro, contribuito alla costruzione

delle tombe, al loro scavo e alla decorazione, e all’allestimento del ricco corredo funerario e quindi ben

sapevano quali ricchezze “improduttive” tali tombe celavano nel loro interno ed erano quindi in grado, per lo

meno, di “suggerire” dove compiere furti redditizi. Si pensi, per esempio, alla straordinaria quantità di

oggetti preziosi conservati nella piccola tomba dell’“insignificante” Tutankhamon e ci si immagini quindi

quali enormi ricchezze dovessero contenere le tombe di ben più importanti e gloriosi faraoni come Tuthmosi

III, Amenhotep III, Ramesse II o Ramesse III. Secondo le parole dello stesso Hovard Carter, il famoso e

fortunato, ma più che meritevole, scopritore della tomba di Tutankhamon: “

la tentazione era troppo grande.

Chiuse nella tomba giacevano ricchezze che superavano ogni cupida immaginazione, alla portata di

chiunque trovasse il modo di arrivarvi; e prima o poi i ladri erano destinati a spuntarla

20

; “

una grande

18

...

...

HAt-sp 1 Abd 1 prt sw

11 wsf r-HAt pA xrwy m hrw pn ... HAt-sp 1 Abd 1 prt sw 13 wsf r-HAt pA xrwy iy(t) in pA Hry-mDAy 2 r Dd nA rmT nty m xrwy

iw pH.w Pr-Nbyt xf.w pA nty nb im (Hr) Sm nAy.f rmT xr.w

(Pap. ieratico Torino 2044, KRI VI 342.6, 11-14; cfr. J.

Č

ERNÝ

,

L’Egitto dalla morte di Ramses III alla fine della XXI Dinastia

, in

AA.VV

.,

Storia del Mondo Antico

, Vol. III,

Milano 1976, pp. 207-260, a p. 215 )

19

HAt-sp 17 Abd 2 prt sw 7 wsf n tA ist

iw.sn

Hqr iw bn

pAy.sn

di n Abd 2 prt ir(w) n XAr 374

(KRI VI 571.2-3). E

così anche per il giorno 9 (KRI VI 571.7-8).

20

H. C

ARTER

,

Tutankhamen

, Milano 1977, p. 21.