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Enūma eliš - Analisi - Tavoletta I

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Alberto ELLI

ikpudū : congiuntivo (ma senza desinenza espressa, GLA 71a) del preterito G, III plurale, kapādu; cfr.

EnEl I.52. Si tratta di frase relativa senza ša (GAG 166)

puḫruš-šun : < puḫrum-šun “nella loro assemblea” (CDA XII 486b); caso locativo con assimilazione della

terminazione (GLA 50c)

56

a- na

DINGIR

.

DINGIR

bu- uk- ri- šu- nu uš- tan- nu- ni

ana ilāni(

DINGIR

.

DINGIR

) bukrī-šunu uštannû-ni

agli dei, loro figli, riferirono.

bukru : vedi EnEl I.15

uštannû-ni : < uštanni-ū-ni, ventivo del perfetto D di šanû (< šanā’u) “to do again, to do for a second

time”; D

šunnû

“to do again, to repeat, to relate, to report an utterance, an event” (CAD XVII/1

401ab). In CAD II 309a fine, s.v.

bukru

si dà questa traduzione: “whatever they planned in their

assembly was repeated to the gods, their offspring”; una traduzione con il passivo richiede una forma

Dt, ma in tal caso, se fosse un preterito Dt, mi aspetteri

uštanni-am

(a meno che non si tratti di un

plurale!). Probabilmente, la terza plurale, con soggetto indeterminato, corrisponde al passivo.

57

iš- mu- nim- ma

DINGIR

.

DINGIR

i- dul- lu

išmû-nim-ma ilānu(

DINGIR

.

DINGIR

) idullū

Udirono gli dei e si misero a vagare disperati;

išmû-nim : < išme-ū-nim, ventivo (GLA 70) del preterito G di šemû “udire”, III plurale

idullū : presente G (mancando la seconda radicale, è la terza che raddoppia; inoltre presenta la radice

verbale; singolare idâl; GLA 96d, q), con valore storico, del verbo di II debole, di classe

ū

, dâlu “to

wonder around aimlessly; to wonder about in despair”; “when the gods heard (this), they wandered

around in distress” (CAD III 58b). Si noti che il segno

qui utilizzato non è preciso (corrisponde

infatti a

DU

6

), non avendolo trovato nel font; il cuneo superiore è in effetti

58

qu- lu iṣ- ba- tu ša

2

- qu- um- miš

2

uš- bu

qūlu iṣbatū šaqummiš ušbū

restarono intontiti (e) sedettero in silenzio.

qūlu : vedi EnEl I.40; le varianti. hanno desinenza accusativa: -la, lam; “they (the gods) became dazed

(and) sat down in silence” (CAD XIII 304a fine)

iṣbatū : preterito G di ṣabātu “prendere, afferrare”; con qūlu: “to became dazed” (CAD XVI 32a)

šaqummiš : avverbio “in silence, in consternation” (CAD XVII/2 33b-34b; cfr. in particolare 34a)

ušbū : preterito G di (w)ašābu; il singolare è ūšib, con allungamento di compenso - per la caduta della

waw - del prefisso verbale; nelle forme con desinenze vocaliche, tale allungamento non si ha, ciò che

porta alla caduta della vocale breve della sillaba seguente: < ušib-ū (GLA 95f,h; 16a)

59

šu- tur uz- na it- pe- šu te- le- u

2

šūtur uznā itpēšu tele’û

(Ma) quello dall’intelligenza suprema, il saggio, il capace

šūturu : aggettivo “supreme, superb” (CAD XVII/3 415a-416a; in particolare 416a), con uso sostantivato

(GLA 55a). Per il valore superlativo degli aggettivi del tipo šuprus, vedi GLA 39Cb. È propriamente

aggettivo verbale Š di (w)atāru (cfr. EnEl I.12; GAG p. 31*)

uznā(n) : duale di uznu; vedi EnEl I.18

itpēšu : aggettivo “wise, expert” (CAD VII 299a)