Prendere l’aereo per raggiungere l’Egitto, questa volta, ha un sapore del tutto diverso e anche il bagaglio non
è lo stesso, né per tipologia né per quantità. Due grosse valige viaggeranno nel ventre dell’aereo con le mie
cose e alcune parti tecniche dell’ attrezzatura fotografica, mentre a bordo con me viaggerà uno zaino tecnico
con le parti più preziose e delicate: i corpi macchina e le ottiche. Dopo molti anni e molti viaggi nella terra dei
Faraoni, assaporo di nuovo l’emozione di una “prima volta”: mi aspetta una missione archeologica della quale
sono membro in qualità di fotografo. E’ il Min-Project, la Missione Canario-Toscana codiretta dalle egittologhe
Mila Alvarez Sosa e Irene Morfini, che opera in una delle aree archeologiche più prestigiose del mondo, la Valle
dei Nobili, nella West Bank di Luxor. Mi porterà laggiù l’Egypt Air, che decolla da Fiumicino in perfetto orario,
purtroppo. Al Cairo dovrò aspettare per diverse ore l’unico volo pomeridiano che collega la capitale a Luxor,
sostando nella desolata aerea destinata alle tratte interne, e rosicchiare parte di quell’attesa nell’aeroporto ita-
liano nonmi sarebbe dispiaciuto. Arriva anche l’ora di lasciare il Cairo. L’atterraggio all’Aeroporto Internazionale
di Luxor è piuttosto brusco e mi risveglia da quel torpore che da qualche ora mi ha sopraffatto.
Min-Project, l'emozione della scoPErta
Paolo
Bondielli
EDITORIALE
©Min-Project. Vista della cappella di Osiride dal termine delle scale. / ph Paolo Bondielli